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Benvenuti nel Blog di Smallintrix

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mercoledì 2 maggio 2018

Majgull Axelsson: Io non mi chiamo Miriam

Giorno 71 (nel mio blog):

Ben ritrovati cari lettori, oggi vi porto una nuova recensione. Parliamo del romanzo "Io non mi chiamo Miriam" inviatomi gentilmente dalla casa editrice Iperborea.


Titolo: Io non mi chiamo Miriam
Autrice: Majgull Axelsson
Genere: Narrativa
Anno: 2016
Casa editrice: Iperborea

Link d'acquisto tramite Amazon:


Copertina flessibile: https://amzn.to/2Jyb7vg


Trama:

"Io non mi chiamo Miriam", dice di colpo un'elegante signora svedese il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, di fronte al bracciale con il nome inciso che le regala la famiglia. Quella che le sfugge è una verità tenuta nascosta per settant'anni, ma che ora sente il bisogno e il dovere di confessare alla sua giovane nipote: la storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbrück. Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa, o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire, anche quando fu accolta calorosamente nella Svezia del dopoguerra, dove i rom, malgrado tutto, erano ancora perseguitati. Dando voce e corpo a una donna non ebrea che ha vissuto sulla propria pelle l'Olocausto, Majgull Axelsson affronta con rara delicatezza e profonda empatia uno dei capitoli più dolorosi della storia d'Europa e il destino poco noto del fiero popolo rom, che osò ribellarsi con ogni mezzo alle SS di Auschwitz. Io non mi chiamo Miriam parla ai nostri giorni di crescente sospetto verso l'"altro" interrogandosi sull'identità - etnica, culturale, ma soprattutto personale - e riuscendo a trasmettere la paura e la forza di una persona sola al mondo, costretta nel lager come per il resto della vita a tacere, fingere e stare all'erta, a soppesare ogni sguardo senza mai potersi fidare di nessuno.

Commenti/Recensione personale:

Immergermi in questa lettura non è stato facile, l'argomento trattato non è per niente leggero o superficiale. Devo dire però che, seppur si tratti di un argomento molto duro come quello dell'Olocausto, è una narrazione che va assolutamente letta. Siamo abituati a leggere di come gli ebrei venivano deportati, trattati come animali e spinti alla morte, ma non conosciamo altre realtà come quella narrata all'interno del libro ovvero la deportazione dei "Rom".
La protagonista Miriam, dopo aver ricevuto un regalo che la riporta indietro con la mente, ad un periodo della sua vita molto duro e difficile ovvero quando, da piccola, si finse ebrea e fu costretta a cambiare nome e fingersi un'altra persona per sfuggire ai campi di concentramento. 
La storia è molto intensa. riesce a farti "vivere" tali sofferenze e proprio per questo non la consiglio a chi è particolarmente sensibile a questi temi.
I sentimenti, il dolore e le memorie della protagonista vengono narrati in modo tale che il lettore potesse immedesimarsi, capire, riflettere e cercare, nel suo piccolo, di non far accadere nuovamente determinati eventi molto dolorosi.
Il capitolo intitolato "Vita nel lager" è quello che mi ha più scossa poichè vengono narrate molte crudeltà al di sopra della follia umana.
Per quanto riguarda me, tutto sommato, la lettura non mi è per nulla pesata, sin dai tempi dei miei studi. L'Olocausto era un tema che ho sempre voluto approfondire per conoscere dove la crudeltà umana poteva spingersi e per capire cosa provassero le persone che l'avevano realmente vissuta sulla propria pelle e la propria anima. Non capirò mai come il genere umano si sia potuto spingere fino a tanto, ma tutt'oggi accadono fatti di cronaca spiacevoli e ciò significa che il male, forse, non cesserà mai di esistere.
Promuovo in pieno questo romanzo, lo consiglio a chi vuole approfondire questo tema, a chi non è particolarmente sensibile e impressionabile e a chi vuole provare emozioni, seppur spesso troppo dolorose.

Alla prossima da:

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