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Benvenuti nel Blog di Smallintrix

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lunedì 23 ottobre 2017

Julian Barnes - Il senso di una fine. (Recensione)

Giorno 34 (nel mio blog):

Ben ritrovati cari lettori, sono tornata con la recensione di un libro molto discusso: Il senso di una fine di Julian Barnes.


Autore: Julian Barnes
Titolo: Il senso di una fine
Anno: 2012
Casa editrice: Einaudi
Link d'acquisto tramite Amazon: https://www.amazon.it/gp/product/8806211560/


Trama:

La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un'inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all'adolescenza, quando Tony procedeva all'educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l'adulto che è. Il percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, "quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione", secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna di reminiscenze inaffidabili.

Commento/Recensione personale:

Come ho anticipato su, si tratta di un romanzo molto dibattuto. Nel 2011 ha vinto il prestigioso premio "Man Booker Prize", molti hanno considerato il libro come un capolavoro e quindi il premio era chiaramente meritato, altri sono rimasti delusi, considerando il romanzo semplice e banale, adatto ad un lettore medio.
Premetto che, per me, non esistono lettori superiori ad altri, poichè la lettura è molto soggettiva, varia in base all'età, allo stato d'animo e ai gusti personali. Insomma purchè si legga.
Esistono romanzi che, a mio modesto parere, non andrebbero pubblicati, ma esiste il libero arbitrio, puoi decidere di leggere un determinato romanzo oppure no.
Nel caso de "Il senso di una fine", il parere dipende molto dai gusti personali di un lettore, nel mio caso si tratta di un parere ampiamente positivo.
Sono venuta a conoscenza di questo, tramite il trailer del film (lo posterò qui sotto, al termine della mia recensione), il quale mi ha lasciato delle emozioni solamente dalle poche clip che vengono mostrate.
"Il senso di una fine" è una narrazione che scorre veloce, senza intoppi o eventi confusionari. La prima parte ci presenta la vita del protagonista quando ancora era un giovane studente, la seconda invece è dedicata al presente. 
Ho amato l'introspezione del personaggio, le riflessioni personali a cui si sottopone e la sua maturazione, che si evince chiaramente dal passaggio dall'età giovanile a quella adulta. 
Quando il suo passato da studente, le sue amicizie e i suoi primi amori sembrano esser un capitolo chiuso della sua vita, inaspettatamente torna a ripresentarsi il passato, quando il suo avvocato gli consegna una lettera da parte di una persona che aveva conosciuto molti anni addietro. Tony (il protagonista) resta sorpreso e cerca di capire il perchè di quella lettera, perchè proprio a lui.
Si tratta di un romanzo composto da 160 pagine che catturano il lettore, spingendolo ad arrivare ad una conclusione e un finale che molti lettori hanno considerato banale, semplice e "distruttivo" nei confronti di tutto il romanzo, non è il mio caso, visto che mi ha lasciata sorpresa.
In conclusione posso aggiungere che si tratta di emozioni inaspettate, a romanzo concluso mi sono commossa inspiegabilmente e, per me, un libro vero deve lasciare emozioni, positive o negative che siano, altrimenti si tratta solo di tempo perso speso a leggere un qualcosa che dopo due giorni dimenticherai. 
Per le emozioni che ho provato, la mia commozione, gli spunti di riflessione che ho tratto, la sorpresa che mi ha riservato il finale del romanzo, mi sento di poter dire che è uno dei libri più belli che abbia letto in questo 2017.
Dopo aver letto il libro, sono andata a riguardare il trailer del film e le lacrime sono scese sole.
Vi lascio a quest'ultimo, il film, si chiamerà "L'altra metà della storia" in uscita questo mese, titolo chiaramente cambiato rispetto all'originale. 



Grazie come sempre per avermi letta. Alla prossima da:


La mia recensione è presente anche sul blog "L'antro dei libri", in comune con Moi Self. Per leggerla anche li, clicca qui:


lunedì 16 ottobre 2017

Intervista a Myriam Benothman (autrice della trilogia Dream Hunters.)

Giorno 33 (nel mio blog):

Bentornati cari lettori, oggi vi propongo l'intervista fatta a Myriam Benothman, autrice della trilogia "Dream Hunters". Ringrazio infinitamente la Astro edizioni per aver creduto in me e avermi dato la possibilità di condurre questa intervista. Chiaramente, ringrazio anche l'autrice Myriam, per aver risposto a tutte le domande con la più sincera spontaneità, sono davvero onorata che le mie domande le siano piaciute.


Myriam Benothman, italiana nata a Tunisi, è cresciuta a Roma in una famiglia multiculturale.
Quadrilingue con il pallino delle sfide, è la più giovane matricola nella storia dell’università "La Sapienza". Si laurea in Scienze politiche e Relazioni internazionali e intraprende una brillante carriera nel mondo del marketing e della comunicazione, diventando Global Head of Digital & CRM in Bulgari (Gruppo LVMH). Il nonno Alberto Perrini – premiato autore teatrale, critico letterario e giornalista – la invita a coltivare sin da piccola la passione per la scrittura.
Il suo amore per la carta non l’abbandona mai, trovando terreno fertile nella diffusione di fanfiction su Internet. Pubblicati sotto pseudonimo, i suoi racconti si ispirano a noti manga giapponesi, trovando un ampio consenso tra le lettrici che la seguono con affetto da anni.

Intervista:

  • Ciao Myriam, posso darti del tu? Ti ringrazio anticipatamente per avermi concesso di intervistarti.

Ciao Martina! Certo che puoi darmi del tu, grazie a te per il tempo che mi stai dedicando.
  • ·       Da quanto ti balenava l’idea di scrivere un romanzo? Quanto tempo hai impiegato nello scriverlo?

Scrivo da quando ho dodici anni e mi ritengo una figlia d’arte. Mio nonno era un noto drammaturgo e critico teatrale e mi ha indirizzata a questa passione sin da piccola. Ho scritto prima solo per me, poi pubblicando fanfiction su internet raccogliendo un seguito di fan affezionate e, infine, ho deciso di fare il grande salto e scrivere un libro.
Trattandosi di una trilogia, ci ho messo più di tre anni: oltre a strutturare il primo, ho dovuto tracciare tutta la storia (il sequel è in uscita e il prequel è previsto per l’anno prossimo).
  • ·         Leggendo l’incipit del romanzo, ho notato similitudini tra la serie tv “Once upon a time” e il film cult “La storia infinita”. Li hai mai visti? Ho indovinato?

“La storia infinita” ha segnato la mia infanzia ed è una mia grandissima ispirazione. “Once upon a time” è uscito a trama già tracciata, quando avevo già tutto in testa. Ho adorato le due prime serie, ma ricordo che mi prese un colpo all’idea che la storia fosse la stessa! Per fortuna, anche condividendo alcuni personaggi, Dream Hunters se ne discosta molto.
  • ·         Perché hai scelto proprio il genere fantasy per raccontare una storia d’amore che ha un sapore moderno, anche se richiama altri tempi?

Perché era l’unico modo per conciliare sogno e realtà. Dream Hunters è un fantasy atipico, con personaggi molto reali e solo qualche elemento tratto dallo stile fantasy più classico.
  • ·         Hai mai avuto paura che il tuo romanzo non venisse capito ed apprezzato fino in fondo? E tu, nella vita reale, di cosa hai paura?

Ho avuto paura che la mia storia fosse considerata anacronistica, in un mondo che vede il successo di libri come “50 sfumature di grigio”. Poi mi sono detta che, se non avessi provato, avrei sempre avuto il dubbio… per fortuna mi sbagliavo.
Nella vita ho paura che possa accadere qualcosa ai miei cari, che il mondo così com’è sia un posto terribile per crescere mio figlio. Purtroppo non posso farci molto, se non trasmettergli dei veri valori e cercare di portare un pizzico di magia e di ottimismo con la mia storia ovunque sia possibile.
  • ·         Quanto c’è in te di Sophie e quanto in lei c’è di Myriam?

Sicuramente la forza di volontà, la scarsa attenzione per il proprio aspetto fisico, la passione per le fiabe e per la lettura. Per il resto siamo molto diverse.
  • ·         Come ti è venuto in mente di mescolare realtà e fantasia? Pensi ci siano similitudini?

La domanda dovrebbe essere: riuscirei a scrivere una storia normale, senza ancorarmi alla fantasia? Penso proprio di no J
Ci sono similitudini per coloro che credono nei propri sogni e che non si lasciano abbattere dal quotidiano. In ogni storia si può aggiungere un pizzico di magia.
  • ·         Cosa ti aspettavi da questo romanzo? Cosa speravi che suscitasse nel lettore?

Speravo che emozionasse il maggior numero di persone possibili, che toccasse il cuore di sognatrici come me.
  • ·         Hai mai dato peso alle critiche? Ti hanno mai frenata o spinta a voler mollare? Cosa pensi di chi, invece, ha colto il tuo messaggio e ti sprona a continuare?

Le critiche costruttive sono fondamentali per andare avanti. Diffido sempre di chi mi dice solo cose belle, senza fare una domanda, perché significa che è rimasto in superficie. Frenata? Non direi. Siamo tutti diversi e tutti i pareri sono legittimi, se espressi con rispetto e cortesia.
Ringrazio ogni giorno le persone che credono in me, che mi cercano per dirmi quanto le ho fatte sognare, ridere o piangere. Mi sprona ai sacrifici che richiede lo scrivere, avendo io una famiglia e un lavoro a tempo pieno.
  • ·         Questa invece è una domanda un po’ personale, pensavi di poter arrivare ad un pubblico più vasto? Ad esempio, a persone diversamente abili, ti crea disagio? Che sentimenti ed emozioni suscita in te? Molte persone quando sentono questa definizione fanno un passo indietro.

Sarei lieta che il mio libro arrivasse al più ampio pubblico possibile. Dream Hunters porta con sé un messaggio forte e positivo, sprona a credere nei propri sogni, chiunque tu sia. Che una persona abbia dei problemi di disabilità contribuisce alla mia voglia di toccare il suo cuore e di farla sognare. Questa è la magia della lettura: può arrivare a tutti, senza limiti.
Che sentimento suscita in me una persona diversamente abile? Non posso nascondere un certo dispiacere, perché spesso la natura è molto ingiusta, ma la dignità di ogni individuo va rispettata prima di tutto. Non mi soffermo mai sul “limite fisico” e considero chi ho davanti innanzi tutto per la sua testa, le sue passioni e le sue idee. Quando ho visto Bebe Vio vincere l’oro alle olimpiadi ho pianto come una bambina.
  • ·         Scrivere, spesso, significa mettere a nudo la propria anima. Pensi di averlo fatto, in un certo senso, scrivendo questo libro? Anche se chiaramente non è un’ autobiografia.

Certo, non si possono trasmettere emozioni senza tirare fuori un pezzo di sé. Ogni situazione, triste o felice che sia, rimanda a un vissuto personale e aiuta anche a sublimarlo.
  • ·         Dopo aver letto il romanzo, come ho trascritto sul mio blog, ho colto un insegnamento ovvero: non si può cambiare la storia, reale o fantastica che sia, perché non si può sfuggire alle conseguenze, altrimenti ci ritroveremmo davanti ad un destino già scritto, privo di sorprese ed imprevisti di cui la vita si nutre quotidianamente. E’ il messaggio che volevi trasmettere o mi è sfuggito qualcosa?

Sono felice di leggere le tue parole, che il mio libro ti abbia trasmesso quello che definisci “un insegnamento”. C’è anche una componente di libero arbitrio, per me molto importante: invito chi legge a non fermarsi di fronte a ciò “che è scritto”, a lottare sempre per ciò in cui si crede.
  • ·         Ultima domanda e poi ti libero da questa intervista. A novembre uscirà il seguito, secondo volume, che comporrà la trilogia di Dream Hunters. Cosa dobbiamo aspettarci da questo secondo romanzo e cosa ti aspetti dal lettore?

Il secondo volume porterà la storia e i personaggi a un livello più adulto. Se “Il ponte illusorio” è rivolto a un pubblico molto vasto, “Il veliero delle anime” è più dark. Ho voluto esplorare un angolo più cupo del mondo incantato e volevo far crescere i miei personaggi.
Spero che il lettore apprezzi questa evoluzione, che la trovi complementare al primo pezzo della storia e che si lasci portare dalle emozioni come se la lettura non si fosse mai interrotta.

Grazie per la tua gentilezza e disponibilità, non mi resta che attendere il seguito per poter vivere ancora una volta, le avventure di Sophie.

Grazie a te Martina, soprattutto per la cura che hai messo nel preparare queste domande. Spero davvero che il seguito di piaccia e di sapere presto cosa ne pensi.

Alla prossima da:

venerdì 13 ottobre 2017

Doppia recensione: Philip Reeve - Capolinea per le stelle & Treno espresso per l'universo. (Viaggiatori interstellari Vol.1 e 2.)

Giorno 32 (nel mio blog):

Salve a tutti cari lettori, sono tornata qui per una doppia recensione, ovvero "Capolinea per le stelle" e "Treno espresso per l'universo", entrambi scritti da Philip Reeve che corrispondono rispettivamente al primo e secondo volume dei "Viaggi interstellari". Ringrazio la casa editrice Giunti per avermi inviato una copia di questi due romanzi.

                                                       

Autore: Philip Reeve
Titolo: Capolinea per le stelle (Viaggiatori interstellari vol.1)
Anno: 2016
Casa editrice: Giunti
Genere: Fantascienza



Trama:

Immaginate un mondo in cui remoti sistemi solari sono collegati da tunnel attraverso i quali treni dotati di vita e sentimento in pochi istanti percorrono anni luce, passando di pianeta in pianeta, attraverso la devastazione lasciata da lunghe guerre di potere. Zen è un giovane ladro che vive con la sorella Myka e la madre in una città industriale poverissima, fino a che uno sconosciuto non gli propone una missione impossibile: trafugare un oggetto custodito sul treno della dinastia imperiale. Ad aiutarlo avrà solo Nova, una robotik, che sa di essere un'androide ma sogna di essere un'umana e si innamorerà perdutamente del ragazzo. Zen, incapace di resistere all'emozione della scoperta e del viaggio, anche a costo di lasciarsi alle spalle il vecchio sé e i propri sogni del passato; Nova, l'androide che vorrebbe le lentiggini; Flex, l'artista clandestino celebre in tutta la galassia per i suoi murales che decorano i fianchi dei treni interplanetari, così belli da sembrare vivi; i misteriosi Monaci Alveare, ammassi brulicanti di insetti capaci di creare l'illusione di una sembianza umana...


Commento/Recensione personale:

Non mi era mai capitato di accostarmi ad una lettura appartenente al genere fantascientifico, quindi per me è stata chiaramente la prima volta.
Posso già dire che, non è un genere che rispecchia in pieno i miei gusti, ma ho apprezzato alcuni aspetti.
Per prima cosa bisogna avvicinarsi al romanzo in base al target a cui è rivolto, e chiaramente si tratta di un pubblico giovanile: infanzia ed adolescenza.
Quando ho letto questo romanzo, la cosa che mi ha colpita particolarmente è stata la "visione" del romanzo, ovvero la capacità di far visionare al lettore ogni scena, tant'è vero che ho subito pensato che sarebbe un' ottima idea trarne una pellicola cinematografica o un film d'animazione.
L'idea di rendere "vivi" i treni (dotati di sentimenti) e di rendere più umani possibile i robotik, si adatta facilmente al grande schermo.
Non grido al capolavoro perchè, a mio parere, esistono molti altri romanzi indirizzati ad un pubblico giovane, che meritano di esser letti più di questo, ma non posso neanche dire che questo romanzo sia brutto. In questo momento, davanti agli occhi ho una scena: un bambino disteso sul letto e la mamma che, per farlo addormentare, invece di leggergli le classiche fiabe, gli legga questo libro. Un'immagine tanto bella quanto appropriata.
Non mi ha catturata totalmente questo libro poichè mi ritengo un pò cresciuta per questo genere di romanzo.
La lettura però non mi è dispiaciuta così tanto, la narrazione scorre veloce, senza intoppi e la vicenda sulla quale intorno ruota la storia è avvincente e coinvolgente. E' bello anche poter immaginare una realtà,dove per spostarsi da un mondo all'altro, da una stella ad un'altra, basta semplicemente un treno.
In questo primo volume, poichè come ho scritto su, ne esiste un secondo del quale troverete la recensione in questo stesso post, ma più in basso, troviamo il protagonista Zen, il quale si ritrova al centro di una questione che apparentemente potrebbe sembrare innocua, ma si rivela inaspettatamente contorta e più grande di quanto il protagonista stesso potesse mai aver immaginato. Da qui, la narrazione assume un ritmo repentino e incalzante che porta il lettore a concludere la lettura tutta d'un fiato.
Un'altra cosa che mi ha colpito è il rendere umani i robotik, dotati di sentimenti e pensieri propri.
Adesso parliamo del secondo romanzo. (Se non avete letto il primo, non leggete la trama e la recensione del secondo, potrebbero presentarsi spoiler involontari.)


     Autore: Philip Reeve
Titolo: Treno espresso per l'universo (viaggiatori interstellari vol.2)
Casa editrice: Giunti
Anno: 2017
Genere: Fantascienza
Link d'acquisto tramite Amazon: https://www.amazon.it/Treno-espresso-luniverso-Philip-Reeve/dp/8809828690

Trama:

Zen e Nova sanno cosa significa viaggiare in treno da un mondo all'altro. Arrivano dall'Impero della Rete, le cui stazioni sono sparse per mezza galassia. Ma stavolta è diverso. Hanno superato un portale che non dovrebbe esistere. Hanno fatto cose terribili per aprirlo, non sanno dove porti e ormai non possono più tornare indietro. Chandni Hansa è stata appena scongelata dal carcere di ibernazione dalla nuova Imperatrice della Grande Rete e presto Nova e Zen si ritrovano in mezzo a una guerra. L'unica speranza di salvezza è la fuga, ma dove possono scappare, se nessun posto è sicuro? E intanto la misteriosa Zona di Luce Nera continua a esercitare il suo oscuro richiamo. Mentre le strade di Zen e Nova si dividono per poi tornare a incrociarsi, tra canzoni di treni e rombi di motori, grida di battaglia e spari, troveranno il modo di tornare a casa? Sempre che questa esista ancora...

Commento/Recensione personale:

Questo secondo libro mi ha coinvolta più del precedente. Sono presenti diverse scene di azione, più numerose rispetto al primo e ciò aiuta molto il lettore ad amare la storia.
Inoltre ho finito questo romanzo in poco tempo, perchè la scrittura è notevolmente più scorrevole.
Ritoveremo i due protagonisti, Zen e Nova, che alla fine del primo volume prendono la decisione di partire e lasciarsi tutto alle spalle, ma si troveranno coinvolti, ancora una volta, in una nuova avventura. Con l'introduzione di nuovi personaggi, l'autore ci riporta in quel mondo fantastico, un po' strano, mantenendo le stesse atmosfere del precedente, ma inserendo nuovi elementi, nuovi colpi di scena e nuovi ostacoli da superare.
Confermo però la mia idea, ovvero credo che questi due romanzi siano adatti ad un pubblico più giovane di me e proprio per questo non mi ha convinta e coinvolta fino in fondo.
Detto ciò, però, consiglio la lettura a chi vuole leggere due libri non molto impegnativi, che scorrono veloci (in particolar modo il secondo) e che proiettano il lettore in mondi fantastici e avventure particolari, ma tutto sommato, avvincenti.

Vi ringrazio ancora una volta. Alla prossima da:


La mia recensione è presente anche sul blog "L'antro dei libri" in comune con Moi Self. Per leggerla anche li, clicca qui: https://lantrodeilibri.blogspot.it/2017/10/doppia-recensione-philip-reeve.html

giovedì 12 ottobre 2017

Angie Thomas - The hate u give. Il coraggio della verità. (Recensione)

Giorno 31 (nel mio blog):

Rieccomi qui cari lettori, oggi vi parlo di "The hate u give me. Il coraggio della verità" di Angie Thomas, inviatomi gentilmente dalla casa editrice Giunti.



Autrice: Angie Thomas
Titolo: The hate u give. Il coraggio della verità
Casa editrice: Giunti
Anno: 2017
Genere: Narrativa e letteratura


Trama:

Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all'uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato. Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C'è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l'episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C'è una cosa che tutti vogliono sapere: cos'è successo davvero quella notte? Ma l'unica che possa dare una risposta è Starr. Quello che dirà - o non dirà - può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua stessa vita.

Commento/Recensione personale:

Parlare di questo romanzo non è semplice poichè affronta una tematica molto importante e purtroppo, ancora oggi, attuale: il razzismo.
La protagonista, di colore, vive la sua vita che appare semplice e normale, come quella che vivono i suoi coetanei, ma una giorno si scontra con la più crudele realtà. Il suo migliore amico, anch'egli di colore, viene ucciso dalla polizia e lei è l'unica testimone. Da quel giorno la sua vita cambia. Tra chi cerca di farla tacere, i media che trasmettono una realtà distorta dei fatti, continue minacce e episodi non molto piacevoli, la protagonista cerca passo dopo passo di far conoscere la vera realtà dei fatti senza voler nascondersi più e far vincere la verità sulla paura.
Questo argomento purtroppo è molto attuale nonostante le continue campagne di sensibilizzazione e che la società sia in continuo mutamento, il problema del razzismo è più radicato di quanto si possa pensare.
Pochi mesi fa, infatti, in America c'è stato un altro episodio spiacevole: delle forze dell'ordine hanno aggredito e ucciso dei neri durante semplici controlli di documenti e altre questioni non illegali.
Il problema sta alla base della mentalità umana, se non si muta quella e se non viene educata a dovere sin dal principio, quindi dall'infanzia, difficilmente nell'età adulta si può essere tolleranti.
Nel mondo c'è troppo odio e poco amore e in alcuni casi il primo prevale notevolmente sul secondo.
Di questo romanzo ho amato tutto, la storia, la protagonista, il linguaggio che viene usato, la scrittura semplice, i molti riferimenti al rapper Tupac, divenuto simbolo per il movimento dei neri americani, il quale si batteva molto soprattutto a suon di musica e rime per i neri, scomparso prematuramente a 25 anni, colpito a Las Vegas da dei proiettili vaganti. 
Non c'è molto da aggiungere se non leggetelo e riflettete, proprio come ho fatto io. 
La sola cosa che resta da fare in certi casi è sperare in un mondo migliore e ognuno di noi può contribuire perchè noi siamo piccoli mondi e se ognuno di noi entra in contatto con altri mondi può crearne uno solo, migliore e privo di odio.

Alla prossima da:


La mia recensione è presente anche sul blog "L'antro dei libri" in comune con Moi Self. Per leggerla anche li, clicca qui: https://lantrodeilibri.blogspot.it/2017/10/the-hate-u-give-il-coraggio-della.html


venerdì 6 ottobre 2017

Markus Zusak - Io sono il messaggero. (Recensione)

Giorno 30 (nel mio blog):

Salve cari lettori, sono tornata per una nuova recensione. Sto parlando di "Io sono il messaggero", romanzo scritto da Markus Zusak, famoso per essere l'autore di "Storia di una ladra di libri" da cui hanno tratto anche il film.



Autore: Markus Zusak
Titolo: Io sono il messaggero
Anno: 2015
Casa editrice: Frassinelli
Genere: Narrativa e letteratura


Trama:

L'esistenza di Ed Kennedy scorre tranquilla. Fino al giorno in cui diventa un eroe. Ed ha diciannove anni, una passione sfrenata per i libri, un lavoro da tassista piuttosto precario che gli permette di vivacchiare, e nessuna prospettiva per il futuro. Quando non legge, passa il tempo con gli amici giocando a carte davanti a un bicchiere di birra o porta a spasso il Portinaio, il suo cane, che beve troppo caffè e puzza anche quando è pulito. Con le donne non è particolarmente disinvolto, perché l'unica ragazza che gli interessi davvero è Audrey, la ragione per cui è rimasto in quel posto senza vie d'uscita. Capace di colpirlo al cuore con una frase: "Sei il mio migliore amico". Non serve una pallottola per uccidere un uomo, bastano le parole. Tutto sembra così tremendamente immutabile: finché il caso mette un rapinatore sulla sua strada, e Ed diventa l'eroe del giorno. Da quel momento, comincia a ricevere strani messaggi scritti su carte da gioco, ognuno dei quali lo guida verso nuove memorabili imprese. E mentre Ed diventa sempre più popolare, mentre nota una luce diversa negli occhi di Audrey e la gente lo saluta per strada, inizia a domandarsi: da dove arrivano i messaggi, chi è il messaggero?


Commento/Recensione personale:

Colpita dalle numerose recensioni e pareri positivi verso questo romanzo, ho deciso di iniziare a leggerlo. Conoscevo l'autore per la sua fama, come ho già detto. 
L'elemento che più mi ha colpito in questo libro è stato il linguaggio di scrittura dell'autore. Si tratta di un linguaggio confidenziale, la narrazione è in prima persona, e io amo questo tipo di linguaggio poichè riesce a coinvolgermi e proiettarmi all'interno della storia.
Il romanzo non è perfetto e presenta delle pecche per quanto riguarda la storia, che è chiaramente inverosimile, ma bisogna cogliere lo spirito della narrazione e il messaggio che l'autore cerca di infonderci. Ciò che lo scrittore vuole farci capire è che la nostra esistenza, seppur possa apparire banale, semplice e monotona, potrebbe cambiare grazie alle nostre azioni. 
Sul concetto di "eroe" se ne dicono tante ogni giorno, siamo stati abituati dal cinema e dal fumetto a definire eroe colui che salva il mondo con poteri sovrumani, ma in realtà non è così. Anche l'azione più piccola e il comportamento più semplice possono cambiare il nostro percorso di vita e, in questo libro, viene messo in risalto.
La vita del protagonista appare piatta e banale, persino i rapporti affettivi sono monotoni e a volte tesi, ma un giorno tutto cambia: dopo aver sventato una rapina, la vita di Ed si trasforma in un mistero, inizia a ricevere dei messaggi anonimi scritti su delle carte da gioco e un susseguirsi di azioni lo porteranno a far del bene ed aiutare altre persone. 
Con un finale sorprendente e ricco di emozioni, che portano il lettore a commuoversi, posso affermare che si tratta di un romanzo che va letto, almeno una volta nella vita. Fa riflettere e ci spinge a migliorare la nostra vita quotidiana: piccoli gesti che possono far bene a noi e a chi ci sta intorno.


Un abbraccio e alla possima da:


La mia recensione è presente anche sul blog "L'antro dei libri" in comune con Moi Self. Per leggerla anche li, clicca qui: http://lantrodeilibri.blogspot.com/2017/10/io-sono-il-messaggero-markus-zusak.html