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Benvenuti nel Blog di Smallintrix

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lunedì 16 ottobre 2017

Intervista a Myriam Benothman (autrice della trilogia Dream Hunters.)

Giorno 33 (nel mio blog):

Bentornati cari lettori, oggi vi propongo l'intervista fatta a Myriam Benothman, autrice della trilogia "Dream Hunters". Ringrazio infinitamente la Astro edizioni per aver creduto in me e avermi dato la possibilità di condurre questa intervista. Chiaramente, ringrazio anche l'autrice Myriam, per aver risposto a tutte le domande con la più sincera spontaneità, sono davvero onorata che le mie domande le siano piaciute.


Myriam Benothman, italiana nata a Tunisi, è cresciuta a Roma in una famiglia multiculturale.
Quadrilingue con il pallino delle sfide, è la più giovane matricola nella storia dell’università "La Sapienza". Si laurea in Scienze politiche e Relazioni internazionali e intraprende una brillante carriera nel mondo del marketing e della comunicazione, diventando Global Head of Digital & CRM in Bulgari (Gruppo LVMH). Il nonno Alberto Perrini – premiato autore teatrale, critico letterario e giornalista – la invita a coltivare sin da piccola la passione per la scrittura.
Il suo amore per la carta non l’abbandona mai, trovando terreno fertile nella diffusione di fanfiction su Internet. Pubblicati sotto pseudonimo, i suoi racconti si ispirano a noti manga giapponesi, trovando un ampio consenso tra le lettrici che la seguono con affetto da anni.

Intervista:

  • Ciao Myriam, posso darti del tu? Ti ringrazio anticipatamente per avermi concesso di intervistarti.

Ciao Martina! Certo che puoi darmi del tu, grazie a te per il tempo che mi stai dedicando.
  • ·       Da quanto ti balenava l’idea di scrivere un romanzo? Quanto tempo hai impiegato nello scriverlo?

Scrivo da quando ho dodici anni e mi ritengo una figlia d’arte. Mio nonno era un noto drammaturgo e critico teatrale e mi ha indirizzata a questa passione sin da piccola. Ho scritto prima solo per me, poi pubblicando fanfiction su internet raccogliendo un seguito di fan affezionate e, infine, ho deciso di fare il grande salto e scrivere un libro.
Trattandosi di una trilogia, ci ho messo più di tre anni: oltre a strutturare il primo, ho dovuto tracciare tutta la storia (il sequel è in uscita e il prequel è previsto per l’anno prossimo).
  • ·         Leggendo l’incipit del romanzo, ho notato similitudini tra la serie tv “Once upon a time” e il film cult “La storia infinita”. Li hai mai visti? Ho indovinato?

“La storia infinita” ha segnato la mia infanzia ed è una mia grandissima ispirazione. “Once upon a time” è uscito a trama già tracciata, quando avevo già tutto in testa. Ho adorato le due prime serie, ma ricordo che mi prese un colpo all’idea che la storia fosse la stessa! Per fortuna, anche condividendo alcuni personaggi, Dream Hunters se ne discosta molto.
  • ·         Perché hai scelto proprio il genere fantasy per raccontare una storia d’amore che ha un sapore moderno, anche se richiama altri tempi?

Perché era l’unico modo per conciliare sogno e realtà. Dream Hunters è un fantasy atipico, con personaggi molto reali e solo qualche elemento tratto dallo stile fantasy più classico.
  • ·         Hai mai avuto paura che il tuo romanzo non venisse capito ed apprezzato fino in fondo? E tu, nella vita reale, di cosa hai paura?

Ho avuto paura che la mia storia fosse considerata anacronistica, in un mondo che vede il successo di libri come “50 sfumature di grigio”. Poi mi sono detta che, se non avessi provato, avrei sempre avuto il dubbio… per fortuna mi sbagliavo.
Nella vita ho paura che possa accadere qualcosa ai miei cari, che il mondo così com’è sia un posto terribile per crescere mio figlio. Purtroppo non posso farci molto, se non trasmettergli dei veri valori e cercare di portare un pizzico di magia e di ottimismo con la mia storia ovunque sia possibile.
  • ·         Quanto c’è in te di Sophie e quanto in lei c’è di Myriam?

Sicuramente la forza di volontà, la scarsa attenzione per il proprio aspetto fisico, la passione per le fiabe e per la lettura. Per il resto siamo molto diverse.
  • ·         Come ti è venuto in mente di mescolare realtà e fantasia? Pensi ci siano similitudini?

La domanda dovrebbe essere: riuscirei a scrivere una storia normale, senza ancorarmi alla fantasia? Penso proprio di no J
Ci sono similitudini per coloro che credono nei propri sogni e che non si lasciano abbattere dal quotidiano. In ogni storia si può aggiungere un pizzico di magia.
  • ·         Cosa ti aspettavi da questo romanzo? Cosa speravi che suscitasse nel lettore?

Speravo che emozionasse il maggior numero di persone possibili, che toccasse il cuore di sognatrici come me.
  • ·         Hai mai dato peso alle critiche? Ti hanno mai frenata o spinta a voler mollare? Cosa pensi di chi, invece, ha colto il tuo messaggio e ti sprona a continuare?

Le critiche costruttive sono fondamentali per andare avanti. Diffido sempre di chi mi dice solo cose belle, senza fare una domanda, perché significa che è rimasto in superficie. Frenata? Non direi. Siamo tutti diversi e tutti i pareri sono legittimi, se espressi con rispetto e cortesia.
Ringrazio ogni giorno le persone che credono in me, che mi cercano per dirmi quanto le ho fatte sognare, ridere o piangere. Mi sprona ai sacrifici che richiede lo scrivere, avendo io una famiglia e un lavoro a tempo pieno.
  • ·         Questa invece è una domanda un po’ personale, pensavi di poter arrivare ad un pubblico più vasto? Ad esempio, a persone diversamente abili, ti crea disagio? Che sentimenti ed emozioni suscita in te? Molte persone quando sentono questa definizione fanno un passo indietro.

Sarei lieta che il mio libro arrivasse al più ampio pubblico possibile. Dream Hunters porta con sé un messaggio forte e positivo, sprona a credere nei propri sogni, chiunque tu sia. Che una persona abbia dei problemi di disabilità contribuisce alla mia voglia di toccare il suo cuore e di farla sognare. Questa è la magia della lettura: può arrivare a tutti, senza limiti.
Che sentimento suscita in me una persona diversamente abile? Non posso nascondere un certo dispiacere, perché spesso la natura è molto ingiusta, ma la dignità di ogni individuo va rispettata prima di tutto. Non mi soffermo mai sul “limite fisico” e considero chi ho davanti innanzi tutto per la sua testa, le sue passioni e le sue idee. Quando ho visto Bebe Vio vincere l’oro alle olimpiadi ho pianto come una bambina.
  • ·         Scrivere, spesso, significa mettere a nudo la propria anima. Pensi di averlo fatto, in un certo senso, scrivendo questo libro? Anche se chiaramente non è un’ autobiografia.

Certo, non si possono trasmettere emozioni senza tirare fuori un pezzo di sé. Ogni situazione, triste o felice che sia, rimanda a un vissuto personale e aiuta anche a sublimarlo.
  • ·         Dopo aver letto il romanzo, come ho trascritto sul mio blog, ho colto un insegnamento ovvero: non si può cambiare la storia, reale o fantastica che sia, perché non si può sfuggire alle conseguenze, altrimenti ci ritroveremmo davanti ad un destino già scritto, privo di sorprese ed imprevisti di cui la vita si nutre quotidianamente. E’ il messaggio che volevi trasmettere o mi è sfuggito qualcosa?

Sono felice di leggere le tue parole, che il mio libro ti abbia trasmesso quello che definisci “un insegnamento”. C’è anche una componente di libero arbitrio, per me molto importante: invito chi legge a non fermarsi di fronte a ciò “che è scritto”, a lottare sempre per ciò in cui si crede.
  • ·         Ultima domanda e poi ti libero da questa intervista. A novembre uscirà il seguito, secondo volume, che comporrà la trilogia di Dream Hunters. Cosa dobbiamo aspettarci da questo secondo romanzo e cosa ti aspetti dal lettore?

Il secondo volume porterà la storia e i personaggi a un livello più adulto. Se “Il ponte illusorio” è rivolto a un pubblico molto vasto, “Il veliero delle anime” è più dark. Ho voluto esplorare un angolo più cupo del mondo incantato e volevo far crescere i miei personaggi.
Spero che il lettore apprezzi questa evoluzione, che la trovi complementare al primo pezzo della storia e che si lasci portare dalle emozioni come se la lettura non si fosse mai interrotta.

Grazie per la tua gentilezza e disponibilità, non mi resta che attendere il seguito per poter vivere ancora una volta, le avventure di Sophie.

Grazie a te Martina, soprattutto per la cura che hai messo nel preparare queste domande. Spero davvero che il seguito di piaccia e di sapere presto cosa ne pensi.

Alla prossima da:

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