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martedì 26 febbraio 2019

Pedro Chagas Freitas - Prometto di amare

Giorno 220 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio la "Garzanti" per avermi inviato, a sorpresa, l'ebook del romanzo.


Titolo: Prometto di amare
Autore: Pedro Chagas Freitas
Casa editrice: Garzanti
Genere: Romance
Anno: 2019

Link d'acquisto tramite Amazon:

Kindle: Clicca qui

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Trama:

Sulla panchina, al centro esatto della piazza avvolta dal chiacchiericcio indistinto dei passanti, è seduto un uomo. Sulle gambe un taccuino da cui non si separa mai. Aspetta il momento giusto per aprirlo e annotare gli abbracci più belli di cui è testimone silenzioso. È questo che fa da più di trent'anni: andare a caccia di tutte le braccia che si incontrano e che, quando si stringono, raccontano una storia. La storia del legame inscindibile tra un genitore e un figlio. Quella della riconciliazione tra due fratelli, rimasti separati troppo a lungo. O, ancora, quella della passione che unisce due amanti in un eterno presente da cui non vorrebbero più uscire. Stralci di vita colti in un istante di muta perfezione che parla di amori unici e irripetibili. Perché l'amore è molto più di un segno su un grafico o di una voce nel dizionario. L'amore è un mistero inconoscibile, una dolce pazzia che si insinua in noi per non lasciarci più. È una forza che elude etichette e definizioni, assumendo ogni volta forme diverse: gioia, sogno, felicità. Un balsamo in grado di lenire il dolore e curare le ferite più profonde. Un'esperienza totalizzante che ci costringe a rimettere in discussione le nostre scelte e a trovare il coraggio di mettere a soqquadro il nostro mondo per renderci conto di chi siamo e di quello che ancora abbiamo da dare. E allora, per conoscere questa straordinaria emozione, basta imparare a buttarsi, a rischiare il tutto e per tutto senza pensarci troppo, ad aprire il cuore anche quando nessuno sembra avere la chiave giusta per entrare. Pazzo è chi non si abbandona alle promesse dell'amore.

Commento/Recensione personale:

Sono una grande ammiratrice di Pedro Chagas Freitas e quando vengo a sapere di una sua nuova uscita, mi precipito ad acquistarla. Nonostante il suo penultimo romanzo mi avesse lasciata delusa, alla notizia dell'uscita di "Prometto di amare" sono balzata dalla sedia per la felicità.
Lo stile di scrittura dell'autore non è molto lineare, bisogna abituarsi ad esso e, proprio per questo, posso comprendere la difficoltà nell'apprezzarlo.
Alcuni concetti e alcune frasi le ho trovate prive di senso e buttate li solo per colpire il lettore, ma sostanzialmente sono banali e scontate: tutti avrebbero potuto scriverle.
La quantità di frasi insensate, però, è minore rispetto a quelle che riescono a toccare il cuore e accarezzare l'anima.
Chiaramente si parla di amore, tema che non ha mancato di emozionarmi.
L'autore mette per iscritto i sentimenti più nascosti dell'animo umano che sono difficili da esprimere o tirar fuori.
Si parla di amore verso una coppia, una madre o di una figlia, quindi i significati che lui dà alle parole che scrive sono molteplici.
Inutile dirvi che ho sottolineato gran parte del libro affinchè i concetti più importanti restino segnati per poterli leggerli e rileggerli, in modo tale da riflettere su di essi.
Confermo il mio apprezzamento verso questo autore: ho letto tutti i suoi romanzi e spero che la "Garzanti" possa continuare a pubblicare le sue opere.

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lunedì 25 febbraio 2019

Angela Contini - Tutti i colori del cielo

Giorno 219 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione.


Titolo: Tutti i colori del cielo
Autrice: Angela Contini
Casa editrice: Newton Compton
Genere: Romance 
Anno: 2019

Link d'acquisto tramite Amazon:

Kindle: Clicca qui

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Trama:

Liam Morgan è un giovane falegname, all'apparenza un uomo tutto d'un pezzo, ma che nasconde delle inaspettate debolezze: ha mille ansie e mille fobie che gli fanno fare, il più delle volte, delle pessime figure. Jane Labelle è arrivata a Pretty Creek con la speranza di rifarsi una vita, dopo essere andata via da Londra con la sorella minore, per nascondersi da un passato di violenza che l'ha segnata profondamente. L'incontro fra Liam e Jane non è dei più romantici. Lei lo travolge, letteralmente, distruggendogli il cellulare nuovo di zecca, prima di scappare via. Ma il destino ci mette lo zampino e, quando si ritrova a condividere con Liam lo stesso piano del palazzo in cui abita, le cose sembrano mettersi piuttosto male. Ma forse sarà l'inizio di qualcosa di nuovo per entrambi, qualcosa che aiuterà Jane a liberarsi dei fantasmi del passato e a non avere paura del futuro. Un futuro nel quale c'è posto solo per Liam.

Commento/Recensione personale:

Finalmente è tornata l'Angela che io apprezzo di più. Dopo esser rimasta un po' delusa dalla sua ultima trilogia fantasy, si torna nel mondo di Pretty Creek e nell'atmosfera magica e romantica del luogo.
Io sono un'appassionata delle storie d'amore che l'autrice riesce a creare e delle sfumature caratteriali che contraddistinguono ogni personaggio da lei descritto.
Si tratta del quarto ed ultimo (purtroppo) romanzo rosa ambientato in questa cittadina.
Ho amato i due protagonisti, la storia d'amore che nasce e la dolcezza di questo amore. Ma ciò che mi ha coinvolta dall'inizio alla fine è stato il passato tormentato di Jane che la riempie di paure ed insicurezze. Questo passato tormentato la porterà a lasciare la propria città per approdare a Pretty Creek e a respingere, seppur inizialmente, Liam. Lui dovrà essere bravo ad acquistare la fiducia della ragazza e a farle capire che sulla terra non esistono solo dei mostri privi di cuore e anima.
Se posso azzardare, per me, è il miglior romanzo di questa serie. La definiamo serie, ma le storie d'amore non sono collegate tra loro: in comune hanno solo la cittadina e l'elemento rosa della narrazione.
Ho amato, tanto da sorridere, il richiamo che si fa al precedente romanzo con alcuni elementi del quale vengono inseriti nella narrazione rendendo ancora più dolce e tenero il tutto.
Vorrei che questo filone di romanzi non volgesse mai al termine, ma purtroppo, anche le cose più belle hanno una fine.

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giovedì 21 febbraio 2019

Charles Dickens - A Christmas Carol

Giorno 218 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio Enrico De Luca e la casa editrice "Caravaggio Editore" per avermi inviato una copia del romanzo.


Titolo: A Christmas Carol
Autore: Charles Dickens
Curato e tradotto da: Enrico De Luca
Casa editrice: Caravaggio Editore
Genere: Racconto classico
Anno di pubblicazione di questa edizione: 2018

Link d'acquisto tramite Amazon:

Kindle: Clicca qui

Copertina flessibile: Clicca qui


Trama:

A Scrooge, vecchio e insensibile usuraio, poco importa del Natale e del bene che potrebbe fare agli altri, da Fred, suo unico nipote, a Bob Cratchit, suo misero e sfruttato impiegato. Ma proprio la notte di Natale gli appare lo spettro del defunto socio in affari, Jacob Marley, il quale, dopo averlo aspramente rimproverato per la sua riprovevole condotta, gli preannuncia la visita di tre fantasmi. Essi gli permetteranno di viaggiare nel Natale passato, presente e futuro e di osservare il suo se stesso com’era un tempo non molto lontano, come fosse profondamente cambiato e a cosa sarebbe andato incontro. Scrooge, provato e colpito da questo viaggio psichico, riesce a comprendere una verità insospettata: solo l’amore può dare un significato alla vita di ogni essere umano. A Christmas Carol, inaugurale racconto natalizio, conserva intatto ancora oggi il suo potere di commuovere e di additare all’umanità un esempio di fratellanza e un cammino di speranza. *** 𝐐𝐮𝐚𝐫𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢𝐧𝐚: «Mi chiedo se per caso hai letto i Racconti di Natale di Dickens. […] Io ne ho letti due, e ho pianto come un bambino, ho fatto uno sforzo incredibile per smettere. Quanto è vero Dio, sono meravigliosi, e mi sento così bene dopo averli letti. Voglio uscire a far del bene a qualcuno [...]. Oh, come è bello che un uomo abbia potuto scrivere libri come questi riempiendo di compassione il cuore delle persone!». Così si esprimeva Robert Luis Stevenson, autore dell’Isola del Tesoro, riferendosi ad una delle opere più celebri e lette di Dickens, A Christmas Carol, che risulta essere indubbiamente un piccolo grande libro al fascino del quale è difficile sottrarsi e che, per la prima volta in Italia, è offerto ai lettori moderni col titolo originale in una nuova, integrale e commentata edizione a cura di Enrico De Luca. La copertina riprende la grafica della prima edizione del 1843. 

Commento/Recensione personale:

Ho trovato questo racconto ancora più magico e significativo rispetto a "Il grillo del focolare" (trovate la recensione cliccando QUI). Infatti, l'ho "divorato" in pochissime ore. L'ho trovato molto più fluido e lineare.
Stiamo parlando del più famoso e forse il più importante dei racconti di Dickens riguardante il Natale, ovvero "A Christmas Carol".
Mi dispiace di averlo potuto leggere solo adesso e non nel periodo natalizio, ma purtroppo le poste italiane mi hanno recapitato il pacco a gennaio. Nonostante ciò non mi è pesato leggerlo adesso, tutt'altro.
Questa lettura mi ha colpita molto a livello personale poichè anche io, da un po' di anni, ho un avversione verso il Natale.
Proprio per questo motivo, ciò che mi ha emozionata maggiormente, è l'apparizione degli spiriti che cercano di spingere il protagonista ritrovare l'amore verso questa festività cercando di farlo riflettere sulla propria vita, attuale, passata e futura e proponendo vari ricordi affinchè egli dia ascolto alla parte più fanciullesca e sentimentale di sé.
Lo spirito che mi ha fatto riflettere maggiormente è "lo spirito del Natale passato" perchè è riuscito, seppur tramite frasi scritte, a riportarmi indietro con la mente facendo riemergere in me vecchi ricordi che avevo rimosso, e ho provato le stesse sensazioni del protagonista. In questo caso mi sono immedesimata quasi del tutto.
Gran parte del merito della riuscita di questa nuova edizione, chiaramente integrale, è dovuto alla magistrale e chiara traduzione di Enrico De Luca che inserisce, oltre alla passione, la cultura che lo distingue da molti altri traduttori.
Anche in questo ritroviamo numerose note che chiariscono sia lo stile di scrittura sia il pensiero di Dickens.
Trattandosi di un titolo famosissimo vi starete chiedendo se ho mai visto le trasposizioni cinematografiche e vi rispondo tranquillamente di sì, ma quando ero molto piccola e non ricordavo quasi nulla. Ho approfittato di questa meravigliosa edizione pubblicata da "Caravaggio Editore" per rispolverare la storia e approfondirla.
Un classico senza tempo che tocca il cuore e che tutti dovrebbero conoscere.
Un ultimo appunto vorrei farlo sulla meravigliosa veste grafica che fa apprezzare maggiormente questa nuova edizione: lo stesso vale per "Il grillo del focolare".


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martedì 19 febbraio 2019

Charles Dickens - Il grillo del focolare

Giorno 217 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio Enrico De Luca e la casa editrice "Caravaggio Editore" per avermi inviato una copia del racconto.


Titolo: Il grillo del focolare
Autore: Charles Dickens
Curato e tradotto da: Enrico De Luca
Casa editrice: Caravaggio Editore
Genere: Racconto classico
Anno di pubblicazione di questa edizione: 2018


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Trama:

John Peerybingle vive felicemente con la moglie Piccina, chiamata affettuosamente così perché molto più giovane di lui, quando il vecchio Tackleton mette in dubbio la fedeltà della sua giovane sposa. Insinuazione che sembra trovare conferma in un'immagine fugace e inaspettata che John ha di Piccina in colloquio intimo con un bel giovane. La storia sembra volgere in tragedia, ma interviene il grillo del focolare, nume tutelare della casa, simbolo della felicità domestica. Un racconto sul perdono, sulla fiducia, sull'amore coniugale e filiale, dove anche gli inganni a fin di bene causano un oscillante e ansioso stato d'animo tanto nei protagonisti quanto nei lettori. (La copertina riprende la grafica della prima edizione del 1845)

Commento/Recensione personale:

Questo titolo fa parte della collana dei racconti natalizi scritti da Charles Dickens, il più famoso è sicuramente "Canto di Natale" .
Prima di parlarvi della storia vorrei dare una nota di merito a Enrico De Luca per aver tradotto in maniera fedele, accurata e professionale questo racconto contribuendo al facilitarne la comprensione.
Si tratta di una traduzione matura e proprio per questo può risultare non molto comprensibile ai più giovani che non hanno avuto modo di approcciarsi ad uno stile di scrittura così classico, ma non fatevi spaventare, perchè sono state inserite molte note che faciliteranno la comprensione del testo.
Detto ciò, da poche pagine, si può chiaramente intuire come Dickens abbia usato come filo conduttore l'amore e come cerchi di far notare al lettore ogni sua sfaccettatura.
Una storia familiare che riesce a scaldare il cuore, e a far riflettere anche con l'uso delle metafore dal significato non espresso in modo chiaro, in modo tale da poterlo cogliere tra le righe.
Ho amato il ruolo simbolico del grillo che rende la narrazione ancora più magica. 
Ho percepito ogni aspetto della personalità dei personaggi e ho "sofferto" i loro dolori immedesimandomi in ogni problema, ho provato il calore sulla mia pelle ad ogni scena in cui veniva nominato il fuoco.
Amore, tradimento, ripensamento, perdono sono tutti temi che coinvolgeranno e appassioneranno il lettore tenendolo incollato alle pagine.
Lo stile di scrittura, fortunatamente, non mi è risultato assai complesso seppur molto lontano dai soliti romanzi che leggo quotidianamente.
Mi sento di consigliarlo a chi, come me, vuole approcciarsi ai classici e vuole leggere di più su questo autore e non i classici romanzi più conosciuti come "Oliver Twist".

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lunedì 11 febbraio 2019

Antonio Ciappina - Altri tempi

Giorno 216 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio l'autore Antonio Ciappina per avermi inviato una copia del suo romanzo.


Titolo: Altri tempi
Autore: Antonio Ciappina
Casa editrice: Monetti Editore
Genere: Rosa/Storico
Anno: 2018

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Trama:

"Voglio vivere così..." recita una famosa canzone degli anni '40 ed è pure il mantra di Daniel Muccino, giovane fiorentino che vorrebbe vivere con semplicità e accanto alla donna che ama, possibilmente. Questo suo desiderio sembra realizzarsi allorquando viene assunto come direttore amministrativo presso il prestigioso Hotel Gigli, uno dei più rinomati della Toscana e dell'Europa. Lì conosce pure il grande amore della sua vita, ovvero Roberta Gigli, figlia di Osvaldo e appetibile ereditiera. A Daniel sembrerà di toccare il cielo con un dito quando, vinte le resistenze del padre, verrà accolto in famiglia. Purtroppo, la sua felicità sarà effimera quanto il battito d'ali di una farfalla in quanto sperimenterà sulla propria pelle il celebre detto "Dalle stelle alle stalle".

Commento/Recensione personale:

La trama mi aveva incuriosita molto, ed è il motivo per il quale ho accettato di recensire questo romanzo, ma non mi aspettavo fosse così breve.
Questa, a mio parere, è stata la vera pecca del libro: troppe informazioni date in poche pagine.
Si tratta di una storia familiare in cui le vite dei protagonisti si intrecciano fra di loro facendo nascere intrighi e sotterfuggi. 
Il salto repentino di punti di vista ha suscitato in me molta confusione poichè non era molto chiaro quale personaggio stesse parlando e questo è un fattore importante se si vuole dar voce a più di un persone.
Per lo stesso motivo non sono riuscita ad affezionarmi o immedesimarmi in nessuno di loro: le emozioni sono infatti confinate in poche frasi a effetto che non riescono a entrarti dentro.
Inoltre le scene d'amore non sono approfondite nel migliore dei modi e spesso si sfocia nel banale e volgare.
L'editing in alcuni punti è imbarazzante, anche per me che non guardo molto gli errori di stampa, ma l'autore mi ha assicurato che insieme alla casa editrice stanno lavorando per risolvere il problema.
Mi dispiace non esser rimasta soddisfatta perchè le premesse erano buone, la trama è accattivante e lo stile di scrittura risulta semplice.
Tengo a precisare che la mia opinione è basata puramente sul mio gusto personale e non ho nessuna intenzione di screditare il lavoro di chi mette la propria passione in ciò che scrive.

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sabato 9 febbraio 2019

Segnalazione: Burt O.Z. Wilson - Vanthúku. Il risveglio del draghetto rosso

Giorno 215 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, oggi vi segnalo una nuova uscita.


Titolo: Vanthúku - Il risveglio del draghetto rosso 
Autore: Burt O.Z. Wilson 
Genere: Fantasy 
Casa Editrice: Self publishing 
Data di uscita: 4 febbraio 2019

Link d'acquisto tramite Amazon:

Copertina flessibile: Clicca qui



Trama:

Risentimento, egoismo, paura: la sorte alterata da forma umana a mostruosa, volta alla rinascita. Burt O.Z. Wilson presenta un fantasy senza scrupoli di eroi vigliacchi e predatori, dominato da sangue, acciaio, artigli e ossa spezzate, evocazioni di morte da polvere e roccia rossa.

Nessun abitante dell’Impero conosce Vanthúku: le terre rosse oltre le montagne est, un tempo dominate dai grandi draghi estinti e i giganti del Mhòrk, ora avvelenate dai negromanti e infestate dai draghetti.

Ma cosa succederebbe se i due mondi fossero costretti ad incontrarsi?

E mentre antiche leggende raccontano di un errante nell’Impero ovest, e di un popolo delle ombre all'estremo sud, le terre rosse cadono al dominio di un uomo e all’unicità di un essere. Nel risveglio di forze antiche, scontri e tradimenti verso la supremazia di Vanthúku, s’intrecciano ambiguità, solitudine e rabbia di un soldato ripudiato e una donna portatrice di magia pura; di un furbo negromante e una coraggiosa guerriera; trafficanti mossi dalla cupidigia e uomini bestia.

Qual è il vero nemico da combattere?

Un libro che si lascia leggere in fretta, un'esperienza quotidiana raccontata come non lo fosse. Un fantasy parallelo al nostro tempo, che vive l'odio della diversità come paura e i sentimenti come motore ad affrontare la vita. Un viaggio dai risvolti spesso crudeli, ma vivi.



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mercoledì 6 febbraio 2019

B.A. Paris - Non dimenticare

Giorno 214 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione.


Titolo: Non dimenticare
Autrice: B.A. Paris
Casa editrice: Nord
Genere: Thriller
Anno: 2019

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Trama:

Dodici anni fa lei è scomparsa. Alla polizia lui ha detto la verità, ma non tutta la verità... E ora ha paura. Erano giovani, impulsivi e innamorati. Si conoscevano da pochi mesi, eppure erano certi che sarebbero rimasti insieme per sempre. Poi c'era stata quella vacanza in Francia. Durante il viaggio di ritorno, Finn si è fermato a una stazione di servizio e, per qualche minuto, ha lasciato Layla sola in macchina. Quando è tornato, lei era scomparsa. Questo è ciò che Finn ha raccontato alla polizia. Ed è la verità. Ma non è tutta la verità... Dodici anni dopo, Finn è un uomo diverso, più maturo e sicuro di sé. Sebbene il ricordo del suo primo amore non lo abbia mai abbandonato, lui ormai si è costruito una nuova vita, trovando conforto tra le braccia di Ellen, la sorella di Layla. Insieme, i due sono riusciti a esorcizzare il passato, si sono trasferiti fuori città e adesso hanno deciso di sposarsi. Ma, all'improvviso, la serenità di Finn viene turbata da due episodi inquietanti. Prima la telefonata del suo anziano ex vicino, che sostiene di aver visto una donna identica a Layla aggirarsi nel quartiere. Poi, la sera, Ellen che stringe tra le mani la bambola più piccola di un set di matrioske. Lei dice di averla trovata sul marciapiede, davanti al vialetto d'ingresso. Per Finn, quell'oggetto ha un significato preciso. Possibile che Layla sia tornata? Possibile che la sua paura peggiore stia per diventare realtà? E il dubbio che qualcuno abbia scoperto il suo segreto si trasforma in ossessione quando lui stesso trova un'altra piccola bambola sul muretto di casa. E un'altra ancora sul cofano dell'auto, qualche giorno dopo. E questo è solo l'inizio...

Commento/Recensione personale:

Ciò che apprezzo di più dell'autrice è lo stile di scrittura coinvolgente, semplice e accattivante. Ed è stato questo il motivo per il quale ho amato il suo romanzo d'esordio "La coppia perfetta" (clicca QUI per leggere la recensione), ma questo non basta. Il suo secondo titolo, ovvero, "La moglie imperfetta" (clicca QUI per leggere la recensione) non mi aveva convinto quasi per nulla.
Con "Non dimenticare" penso abbia toccato il fondo: non ho mai letto un thriller così assurdo ed insensato. Può fare concorrenza a Marlene King, show runner produttrice esecutiva della serie "Pretty Little Liars": chi lo ha visto può capire il paragone.
Una storia che parte subito con l'essere banale e scontata dove, il colpevole si intuisce sin da subito. E proprio a causa di questa prevedibilità, l'autrice cerca di dare una svolta inaspettata al romanzo, che risulta però imbarazzante e priva di senso. Sto trattenendo le dita sulla tastiera per non dirvi troppo e evitare gli spoiler, ma ci sarebbero così tante cose da dirvi.
Ciò che ho colto da questo titolo: personaggi privi di spessore che si intrecciano tra di loro in un modo soprannaturale, frasi d'amore stile baci perugina da condividere sui social, problemi di personalità che sfociano sul bipolarismo, suspense quasi nulla e la noia che caratterizza alcuni passaggi. Se non fosse stato per lo stile di scrittura, ripeto, che riesce a tenerti incollato alle pagine, questo romanzo poteva essere buttato dopo aver letto i primi capitoli.
Al termine del romanzo, la domanda che mi sono posta è stata: "Cosa ho letto? Ho capito bene?". Non volevo credere ai miei occhi.
A mio avviso, il problema principale, è lo scrivere un romanzo nuovo ogni anno: è facile immaginare che la pressione costante della casa editrice per sfornare l'ennesimo best-seller non sempre porti l'autore a coltivare idee nuove e originali.
E' la terza possibilità che do' a questa autrice, spero sempre che si riprenda e possa regalare un thriller degno di nota come il suo romanzo d'esordio.
Se scrivi un bel romanzo come prima opera, i lettori si aspettano sempre di più, altrimenti si perde di credibilità e le copie vendute diminuiranno. Il mio consiglio è prendersi una pausa, lavorare a lungo sulla prossima opera e non sottostare alle logiche editoriali.
Ho dato tre stelle per non essere troppo cattiva, ma ne meritava due e per lo stile di scrittura che apprezzo nonostante tutto.

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lunedì 4 febbraio 2019

Massimo Mayde - L'Errante

Giorno 213 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio l'autore, nonchè ormai stimato amico, Massimo Mayde per avermi inviato una copia del suo romanzo.


Titolo: L'Errante
Autore: Massimo Mayde
Casa editrice: From Hell / Youcanprint
Genere: Thriller paranormale / Noir
Anno: 2018

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Trama:

La realtà si arpionò alle sue tempie e dimenandosi penetrò come un parassita all'interno dell'ospite. L'errante guardò verso l'infinito del cielo, ma il cielo era di carta. Oltre quella parete di cellulosa vide sbattere due enormi palpebre e due occhi lo interrogarono di rimando ad uno scrutare privo d'interesse. Quello sguardo di vecchi amici da sempre vagamente sconosciuti, un po' perplessi, un po' immaturi o forse troppo saggi. Annichiliti, come bambini davanti la decapitazione di un cane. Come vecchi mutilati nell'anima in attesa dell'ultimo vento d'estate. L'errante sospirò e capì che quel libro non avrebbe mai avuto fine. Decise di partire, di accettare passivamente la sua vita, ma sapeva che nuovamente il destino avrebbe mosso le sue pedine. Sarà il muro di carta nel cielo a chiudersi sopra di te schiacciandoti tra le pagine di una storia che nessuno smetterà mai di scrivere, o saranno gli oceani della mente in cui sprofondi ogni giorno a portarti alla deriva come il messaggio di un naufrago? Allora l'errante si rese conto da quanto tempo non muoveva più davvero un passo, scoprendo così che l'infinito è un lungo scorrere verso il nulla, mentre tutto il mondo gira e per te non più. Mentre tu dimenticherai tutto, perché tutto questo è scomodo da sapere. Mentre tu chiuderai questo libro e smetterai di credere nella verità.

Commento/Recensione personale:

Ho avuto già modo di apprezzare le doti di scrittura dell'autore nel suo precedente romanzo "Re Nero"(trovate la recensione QUI). In quest'ultimo non posso non confermare la sua bravura, cultura e intelligenza: elementi che emergono sin dalle prima righe.
Mi è stato presentato come un romanzo maledetto, sono stata messa in guardia e mi è stato detto che probabilmente avrei avuto ripensamenti sulla personalità di Massimo, ma per me, non è stato così.
Sicuramente non si tratta di un titolo che va affrontato con leggerezza: i temi trattati, le rivelazioni e il comportamento dei personaggi, in particolare di uno, non saranno facili da capire e condividere.
L'autore usa un linguaggio schietto e sincero, senza troppi giri di parole, che punta alla sensibilità del lettore. 
Quasi quasi ho paura a dire di aver condiviso molti pensieri del protagonista che risulta fin troppo sincero, sicuramente scomodo e a vole persino cinico.
Molte cose non verrebbero condivise da chi è credente poichè alcuni passaggi potrebbero urtare la sua sensibilità e il suo credo.
L'unica frase che mi ha lasciato un po' perplessa e non condivido fa riferimento ai ciechi, ma so benissimo che si tratta di fantasia e che colui che la pronuncia è un personaggio sopra le righe.
Scrivere un determinato romanzo non fa dell'autore una persona cattiva, semplicemente, egli usa molta fantasia che si ispira sicuramente a fatti reali, ma che vengono esasperati in modo tale da creare una storia degna di nota.
E' una lettura particolare, che affronta concetti non comuni, un viaggio che potrebbe disturbare, ma che va fatto, soprattutto senza pregiudizi che potrebbero rovinarvi la storia.
Non lo ritengo bello quanto "Re Nero", ma non mi ha delusa, nè tanto meno allontanata dall'autore. Il finale è, a mio parere, molto forte e ti lascia un po' in sospeso, con il desiderio di tornare a leggere ancora qualcosa su quel personaggio che suscita sentimenti così ambivalenti.
Ho dato quattro stelle su cinque perchè è stata una lettura insolita e atipica, alcuni passaggi non mi hanno del tutto convinta, ma resta sicuramente un libro che va letto ed affrontato.

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venerdì 1 febbraio 2019

Matt Haig - Come fermare il tempo

Giorno 212 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione.


Titolo: Come fermare il tempo
Scrittore: Matt Haig
Casa editrice: Edizioni e/o
Genere: Fantasy/Narrativa
Anno: 2018

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Trama:

Pensate a un uomo che dimostra quarant'anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna... ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall'Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell'età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve a ogni costo difendere l'equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c'è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. "Come fermare il tempo" è una storia folle e dolceamara su come perdere e poi ritrovare se stessi, sull'inevitabilità del cambiamento e sul lungo tempo necessario per imparare a vivere.

Commento/Recensione personale:

Per me questo romanzo è stato in gran parte una delusione. Osannato e pubblicizzato da tutti, mi ha incuriosita e ho deciso di leggerlo per avere una mia opinione. 
Gran parte dei lettori lo considerano una lettura scorrevole e fluida, a differenza di me che tra i difetti ho colto la lentezza e la monotonia.
Per concluderlo ho impiegato più giorni rispetto al ritmo al quale sono abituata, che è abbastanza veloce. 
Ho trovato la caratterizzazione dei personaggi quasi inesistente e una pesantezza che faceva da padrona alla storia.
Sono state gettate buone basi e avrei voluto che lo sviluppo si fosse rivelato all'altezza, ma purtroppo non è stato così.
Ciò che ho apprezzato maggiormente è stato l'incontro del protagonista Tom con vari personaggi storici e il suo modo di farti sentire parte di diverse epoche che, per motivi di tempo, nessuno di noi ha vissuto. Fa sorgere una domanda ben precisa: Cosa faresti se non invecchiassi mai e potessi viaggiare nel tempo? Avresti voluto conoscere i personaggi storici citati all'interno del romanzo ti saresti concentrato su un'età storica ben precisa?
Desideravo che la vicenda rispondesse alle domande che via via il lettore si pone senza perdersi in altre questioni poco rilevanti.
Ero sempre sul punto di dire "ok forse sta succedendo qualcosa, forse la narrazione si riprende" e invece non accadeva mai nulla di così importante. 
La storia d'amore presente, di cui tutti parlano con entusiasmo, non mi ha suscitato nessuna emozione, sono rimasta abbastanza impassibile e indifferente poiché non ho notato una grande capacità dell'autore nel saper coinvolgere emotivamente.
Il finale è abbastanza piatto e scontato: nessuna rivelazione, nessun colpo di scena e nessuna svolta. Tutto si è concluso come doveva concludere con una staticità che mi ha lasciata perplessa.
Quindi, mi sento di dire che è un romanzo carino ma non di più. Non capisco perché intorno ad esso ruoti così tanto hype, ma come ho sempre ribadito, la lettura è soggettiva. Il tempo speso a leggere è sempre prezioso, che si tratti di un romanzo piuttosto che di un altro.
Mi dispiace esser la voce fuori dal coro, ma preferisco esser sempre sincera nel rispetto di tutti.

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