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lunedì 24 giugno 2019

Miriam Pressler - Io voglio vivere. La vera storia di Anne Frank

Giorno 232 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Ringrazio la Sonda edizioni per avermi inviato una copia del romanzo.


Titolo: Io voglio vivere. La vera storia di Anne Frank
Autrice: Miriam Pressler
Casa editrice: Sonda edizioni
Genere: Biografico
Anno: 2013

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Trama:

Questo libro racconta, prima ancora degli orrori del nazionalsocialismo, la storia toccante di una ragazza. Una giovane vita piena di aspettative e opportunità, destinata a un tragico destino. Anne Frank (1929-1945) è diventata celebre grazie al suo diario, che ha commosso e continua a commuovere lettori di tutte le età. Mirjam Pressler ne fa un ritratto biografico a tutto tondo, soffermandosi sulle contraddizioni e facendo emergere i talenti e le aspirazioni di questa giovane ebrea nata in Germania. La storia sconvolgente di una ragazzina che è diventata donna nel periodo più cupo della storia dell'umanità e che Mirjam Pressler ha avuto il coraggio di trasformare in un romanzo avvincente.

Commento/Recensione personale:

Scrivere qualcosa su questo romanzo non è per niente facile: ci sarebbe da dire tutto e niente. Tutto perchè la storia parla da sè e niente perchè ti lascia un vuoto dentro incolmabile e qualsiasi parola risulterebbe superflua.
Sin dalla scuola siamo abituati a leggere "Il diario di Anne Frank", opera famosissima che in un certo senso ha riportato in vita la giovane tramite le sue memorie scritte durante la permanenza nel nascondiglio segreto ad Amsterdam.
Miriam Pressler, invece, ha voluto scrivere la biografia ufficiale della ragazza che ripercorre la sua vita dalla nascita alla morte, ovviamente basandosi su fonti storiche, facendoci conoscere le persone che le stavano attorno come i suoi genitori, i benefattori, la sua migliore amica e Peter, il ragazzo di cui si innamorò.
In questo modo ripercorriamo passo dopo passo i momenti salienti della sua dolorosa vita, assistiamo ad una maturazione di Anne dal punto di vista fisico e mentale: stava diventando donna in un periodo dove non era permesso crescere. Comprendiamo e proviamo il dolore e i suoi sbalzi d'umore dovuti alla condizione in cui si trovava e conosciamo una parte di lei che, forse, in nessun altro romanzo emerge, ovvero, la scoperta di sé: la prima cotta e la consapevolezza che il suo corpo stesse cambiando.
Anne era una ragazza piena di speranza che fino all'ultimo ha lottato per sopravvivere a quelle atrocità e inseguire il suo più grande sogno: diventare una scrittrice.
Vengono citati alcuni passi del diario e da li emergono i suoi lati più intimi e profondi, le sue paure, le attese, i desideri, ma anche i rapporti che aveva con i clandestini che vivevano insieme a lei in quel rifugio, passatemi il termine, maledetto.
Approfondiamo la figura di Miep Gies, ovvero, una donna che prima della guerra lavorava insieme a Otto Frank nella sua azienda, la quale cercava di procurare il cibo per tutti i clandestini e, quindi, si prendeva cura di ognuno di essi lottando con loro per la sopravvivenza.
Notiamo anche una scintilla di speranza che si riaccende in Anne durante l'attentato a Hitler, era quasi sicura che la guerra era ormai giunta al termine, ma purtroppo quella scintilla si spense poco tempo dopo.
I momenti che mi hanno toccata maggiormente (infatti questa lettura l'ho alternata ad altre più leggere) sono stati quelli all'interno del nascondiglio e, successivamente, la deportazione.
Assistiamo allo spegnimento di una giovane ragazza, insieme a quella della sorella e della mamma, di cui l'unica sua colpa era quella di voler vivere una vita normale essendo se stessa.
La lotta della mamma, fino all'ultimo respiro, per mantenere in vita le proprie figlie, la migliore amica di Anne che cercò di procurarle il cibo nel campo di concentramento dove era detenuta e l'infermiera che fu la prima a diagnosticare il tifo alle due ragazze e che quando scoprì che erano morte cercò invano i loro corpi.
Un romanzo di approfondimento, coinvolgente, emozionante, ma maledettamente reale e doloroso.
Non lo consiglio a chi è particolarmente sensibile perchè, nonostante io sia una persona forte, non posso negare che questa lettura mi abbia scossa talmente forte da non riuscire a non pensarci senza soffrire tutt'ora.
Magari lo consiglio a chi è un pò più adulto perchè nonostante si tratti di un libro che fa male, che ad ogni capitolo ti tira un bel calcio allo stomaco, va letto affinchè nessuno dimentichi, affinchè Anne possa continuare a vivere e affinchè la storia non si ripeta.

Vi ringrazio, come sempre, per aver letto anche questa recensione.
Alla prossima da:

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