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martedì 28 gennaio 2020

Sarah Kaminski, Maria Teresa Milano e V. De Caterini - I bambini raccontano la Shoah

Giorno 267 (nel mio blog):

Ben ritrovati, cari lettori, con una nuova recensione. Oggi vi parlo di una nuova uscita di casa "Sonda Edizioni".



Titolo: I bambini raccontano la Shoah
Autrici: Sarah Kaminski e Maria Teresa Milano
Illustratrice: Valeria De Canterini
Casa editrice: Sonda
Anno: 2020

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Trama:

Sul filo dell'autobiografia, Lia Levi e Uri Orlev con i loro racconti struggenti ci fanno provare emozioni e sentimenti, paure e speranze dei bambini vittime della persecuzione razziale. Il racconto di Ela e Marian Kaminski, ebrei polacchi che hanno vissuto la guerra da bambini: una storia d'amore di chi ha saputo lasciarsi alle spalle l'orrore e ricostruirsi una nuova vita. Sarah Kaminski ha «raccolto il testimone» dai propri genitori e racconta la favola amara del ghetto di Lódz, in cui i suoi piccoli prigionieri erano costretti a lavorare duramente per sperare di sopravvivere. Maria Teresa Milano ci fa entrare nella fortezza di Terezín, il cosiddetto «ghetto modello» voluto dai nazisti, in cui nonostante tutto i bambini dipingevano e cantavano perché un gruppo di adulti aveva deciso di prendersi cura di loro, a costo della vita. Infine Cesare Alvazzi Del Frate, bambino sotto il regime fascista e poi ragazzo partigiano, con la sua storia fatta di scelte importanti e coraggiose è forse uno degli ultimi testimoni di cosa vuol dire opporsi a un regime e difendere la libertà di tutti. Per non dimenticare un milione e mezzo di bambini (ebrei, disabili, zingari, slavi...) ai quali è stata strappata l'infanzia. Introduzione di David Grossman. 

Commento/Recensione personale:

Chi mi conosce o chi mi segue da molto è a conoscenza del mio profondo interesse verso questo argomento. Anche se la storia della Shoah la conosciamo tutti è necessario, ogni tanto, leggere dei testi che ci riportano in quella realtà che seppur dura, cruenta e inspiegabile, non bisogna mai dimenticare.
Ho letto vari romanzi, libri illustrati, testi scolastici che la riguardano e man mano imparavo sempre più cose di cui non ero a conoscenza.
Il merito lo ha anche questa casa editrice che continua a pubblicare titoli interessantissimi che aggiungono nuovi tasselli a questa pagina nera della storia.
Nella fattispecie ci troviamo di fronte ad un testo che si rivolge ai più piccoli affinchè vengano a conoscenza di certe atrocità senza usare un linguaggio troppo crudo. I termini che vengono utilizzati, le storie che vengono narrate, seppur terribili, hanno una delicatezza che serve necessariamente se si vuole parlare a bambini innocenti che non hanno idea di cosa sia successo in quegli anni.
Il testo si apre con tre racconti: "Sulla luna nera un grido" di Lia Levi, "Il sottomarino" di Uri Orlev e "Una storia semplice" di Ela Pasternak.
Il primo narra di come la felicità possa venire interrotta improvvisamente e della crudeltà di chi strappava i bambini alle proprie famiglie. Di questo racconto mi è rimasto impresso questo passaggio "Ho urlato perchè sapevo. Sapevo dei soldati della mattina dopo e sapevo del treno. Sapevo che su quel treno io avrei trovato il termine dei miei cinque giorni di vita nel vostro mondo.". Non credo bisogna aggiungere altro.
Il secondo, invece, mostra in maniera velata le terribili conseguenze che subivano coloro che nascondevano gli ebrei in casa, con la speranza che non venissero scoperti, dell'innocenza e della fantasia dei bambini e dei loro sogni che custodivano dentro al cuore, ma che spesso venivano spezzati prematuramente. 
Il terzo ed ultimo racconto credo sia quello più toccante poichè tratta di una coppia che viene separata brutalmente durante la guerra e di come si ritrovi dopo molti anni. La testimonianza che ci viene proposta fa venire i brividi, fa commuovere e fa sorridere perchè certi avvenimenti suscitano tanta tenerezza.
Dopo questi racconti vengono narrate pagine di storia non molto discusse o diffuse come quella di Auschwitz, ma altrettanto importanti e terrificanti.
Ci spostiamo a Lodz e a Terezin. La testimonianza che Maria Teresa Milano ci porta dell'ultimo luogo citato è a dir poco raccapricciante. Lì venne girato anche un film che mostrava il lavoro nei campi, presentato come qualcosa di dignitoso e umanamente accrescitivo, quando invece la realtà era ben altra. Attori e regista furono, infatti, vennero deportati subito dopo. Qui si approfondisce un altro argomento di cui non ero a conoscenza, ovvero la fine che facevano gli artisti: cantanti, scrittori, pittori etc.
Non vi dico altro perchè non avrebbe senso spoilerarvi tutto, anche perchè dovrei star qui a scrivere pagine su pagine, ma credetemi che certi argomenti, seppur "addolciti" con un linguaggio scorrevole e semplice vi toccheranno nel profondo.
Successivamente si passa al racconto di un partigiano di nome Cesare Alvazzi Del Frate che narra la sua dolorosa esperienza nel il Partito Nazionale Fascista. Introduce la sua testimonianza così "Quell'uomo avrebbe cambiato il mio destino e quello della mia famiglia". Da questo dovreste già capire molte cose, ma perdetevi nelle sue parole e mantenete vivo il ricordo di come lui ha passato certi momenti a dir poco oscuri.
"I bambini raccontano la Shoah" si conclude con un utilissimo sommario degli avvenimenti con "Cronologia e mappe dei principali avvenimenti", "Breve lessico per capire", "Letture, musica e film per cominciare".
Non voglio aggiungere altro perchè il libro va letto e approfondito. Le emozioni sono personali e soggettive, ma sicuramente non si può e non si deve rimanere impassibili a certe atrocità.
Vi lascio con un altro piccolo passaggio di questo titolo che riassume il mio lungo discorso e il perchè certi testi non debbano passare inosservati: "Noi, ragazzi cresciuti con la guerra, affidiamo una storia che sempre più si allontana nel tempo, ma che deve essere quanto mai viva per poter comprendere il presente e costruire il futuro.".

Grazie per aver letto questa recensione.
Alla prossima da:

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